Thursday, January 25, 2007

Zoom



      Al venticinquesimo giorno dell’anno nuovo…

      Tracky - smaltita la sbronza capodannesca - si concentra su problemi terreni: i clienti. Un plotone che mendica, quattordici-ore-su-ventiquattro, zuccheri e droghe legalizzate. Una folla da infarcire con salsa rosa e manciate di grana.
      Lui, impassibile, serve caffè e dispensa sorrisi oltre il bancone. Là, individui di ogni razza ed età, si spacciano dosi di malcontento e pillole di saggezza. Tanto Tracky è diventato impermeabile ai luoghi comuni.
      A fine giornata appende l’impermeabile al chiodo e si dedica alla sua passione preferita: orgasmi alcolici. Ottenuti miscelando una parte di vodka, una parte di lemon e una parte di Laura (o di Francesca, o di Ross, o di…)

      Oiro punta verso l’ennesima promozione. Stando ai nostri calcoli nel 2015 sarà al top. Ve lo immaginate dio con le ballerine?

      Pat, come ogni anno, si sta disintossicando da Lex e da tutti quelli che mendicano consigli e attenzioni. Si è ritirato per una settimana nel suo monastero preferito e pratica il silenzio. Dice che la mente si svuota, l’anima si fa leggera e l’udito si affina. Sostiene che è possibile sentire i fiori sbocciare.
      Chissà che rumore faranno le palle che si sgretolano.

      Radicequadrata si gode la sua settimana da single. Quando non è al circolo del Sudoku si dedica al suo sogno nel cassetto. Sta scrivendo un romanzo matematico dal titolo “La storia reale di un numero irrazionale”. Sottotitolo: non essere un numero algebrico questo, sì, è un problema.
      Se le rimane qualche minuto approfondisce le sue conoscenze di html. Deve avere pacchi, miriadi di secondi liberi e la cosa le sta sfuggendo di mano: parla per tag e mette i link ai pensieri. Pare che Google stia cercando di indicizzarla.

      Patatinanina ama Patatinonino e viceversa. Dall’inizio dell’anno se lo sono già detti 34 mila volte. Satana per compensazione si è sbranata Zucchero, il gatto della vicina; ha infierito sul postino (che ha urlato due volte) e ha cercato di trasformare l’idraulico in una voce bianca. Un nodo alla sua copertina preferita le ricorda che ha un conto in sospeso con il nemico bastardo: Xyz.

      Zot lavora giorno e notte, le sue labbra balbettano una sola parola: sca-den-ze. Le scadenze sono nemici imprevedibili: sembrano lontane, tanto. Così finisci per perderle di vista, ti deconcentri giusto un attimo e loro ti fregano. Peggio di una setta segreta, le scadenze si muovono nell’ombra. E mentre tu te ne stai lì imbambolato a fissare il monitor o a cazzeggiare al telefono con un amico, loro tramano. E poi un giorno, insieme con una folata di sfiga, atterrano sul tuo zerbino, nella cassetta della posta o si insinuano come un virus nella tua mail. E tu sei morto.
      Zot ha i minuti contati. Cerca di non perdere nemmeno un secondo e per restare sveglio ingolla litri di caffè e incenerisce quintali di tabacco.
      La nicotina sta corrodendo l’intonaco dell’ufficio.
      I clienti escono dal suo studio con la cenere sopra i vestiti.
Zot è preoccupato, non vede la sua segretaria da circa una settimana. Lei è da qualche parte tra la scrivania e la sala riunioni. Dispersa nella nebbia.

      L’infelicità di Lex sta raggiungendo picchi sorprendenti. Lei non raschia il fondo, lo trivella.
      Il suo lavoro si è trasformato in un blob che la ingurgita a tocchi. Un blob dall’inconfondibile consistenza: merda. Al posto di una vita sentimentale ha il ramo secco di una natura morta. E poi si sente abbandonata, il divino Pat è irraggiungibile. Questa condizione le provoca ansia, l’ansia le annega i neuroni e le ingrippa il cervello. Lex perde la facoltà di creare stringhe di lettere di senso compiuto. Apre bocca e le parole fanno un crash test.
“Ieri ho preso una sveglia… ero completamente ingommata. Mi è scesa la catena, ho bisogno di spakkarmi una svapora... che sfrantegamento!”
      Cose così. Cose da Lex(otan).

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